Feminine Identity, Sexuality and Power in Italian Film and Media

Author: levangim

Il costo del glamour

By Kate Levangie

Hai una connotazione positiva quando pensi del glamour? Il concetto moderno del glamour è iniziato nel secolo ventesimo (Dyhouse, 2010). Secondo Carol Dyhouse, è collegato alla performance e all’artificio.  Glamour è considerato generalmente come una forma dell’attrazione femminile fine, spesso sessuale.  Nel suo libro, Dyhouse (2010, p.13) pone, «Did glamour offer a kind of agency to women, even sometimes a way of getting their own back on patriarchy?» Osserviamo l’intersezione del glamour, la capacità di agire autonomamente, e le pressioni sociali per le protagoniste dei due film che abbracciano un periodo di settanta anni: Silvana in Riso amaro e Nico in Nico, 1988. Entrambe le donne provano a andare contro le pressioni sociali per affermare il loro agire autonomo in modi diversi. In questi due film, sembra che il glamour offra alle due donne la possibilità di agire autonomamente ma l’evoluzione dei personaggi e il finale dimostrano che c’è un prezzo da pagare. Osserviamo un aspetto della realtà che il glamour è una forza distruttiva, sia storicamente, che al livello sociale.

Cominciamo con la storia di Silvana in Riso amaro, regia di Giuseppe De Santis nel 1949. Il film è un dramma che si concentra su un gruppo di mondine. Silvana, che è una mondina, vuole diventare autonoma e indipendente e crede che il glamour è un mezzo per raggiungere questa condizione. Nel film, vediamo le aspirazioni di Silvana per il glamour attraverso sia le sue parole e le sue azioni. In una conversazione con un’altra donna Francesca, Silvana rivela che lei è gelosa di Francesca quando dice, «Almeno ha fatto qualcosa nella tua vita, non sei bloccata in questa miseria» (De Santis, 1949). Indica l’insoddisfazione della sua situazione e il desiderio per una vita affascinante. Perciò, le aspirazioni di Silvana per il glamour sono legate a quest’idea di Dyhouse (2010, p. 3): «Glamour – it can be argued – could offer a route to a more assertive and powerful form of female identity. Glamour was often linked to a dream of transformation, a desire for something out of the ordinary, a form of aspiration, a fiction of female becoming.» Silvana prova affermare il suo agire autonomo attraverso il glamour.

A Silvana piace essere al centro di un spettacolo; balla per una folla in uno stile nuovo, vistoso, e americano. Mentre balla, indossa una collana di diamanti, che Francesca ha rubato, e si vanta la collana con un sorriso maligno. Il significato della collana in relazione al glamour è notevole a causa dei diamanti; secondo Dyhouse (2010, p. 32), i diamanti hanno «significance as a token of female romantic triumph» e «too many diamonds could indicate that too many men had paid their ultimate tribute to the woman wearing them». Quindi, mentre Silvana si sente più potente, la società patriarcale si sente minacciata. Inoltre, la società post-bellica, che schiaccia Silvana in un ruolo femminile tradizionale, la punisce per l’aspirazione al glamour e la sconfigge alla fine. Vediamo questo maltrattamento dalla società nella sua sorte terribile. Silvana rincorre un uomo, che si chiama Walter, perché lei pensa che lui la porterà una vita del glamour. Però, infine Walter la stupra. Poi, Silvana si uccide alla fine. Quindi, l’aspirazione di Silvana per il glamour è una causa della sua sconfitta nella società post-bellica.

Tuttavia, in Riso amaro tutta la società sembra osteggiare l’autonomia femminile attraverso il glamour ma è possibile che, in una società in cui gli standard sono diversi, il glamour possa diventare un mezzo di acceso all’autonomia? Con questa domanda in mente, discutiamo un film che è stato creato settanta anni dopo Riso Amaro; Nico, 1988 è un film biografico del 2017 per la regia di Susanna Nicchiarelli, che si concentra sugli ultimi anni di Nico, un’icona pop degli anni sessanta. Un famosa modella e cantante del Velvet Underground durante la giovinezza, Nico si sente sconfitta e punita a causa del glamour a cui la società la costringe. Sia il personaggio nel film che la persona reale dicono, «I was only there for my image» (Nicchiarelli, 2017 & Nicchiarelli, 2019). Susanna Nicchiarelli (2019) sviluppa «The idea of a woman having been so famous because she was beautiful. I mean somehow she had been dominated by this image…and that’s why she refutes that past». Davvero quando Nico ha invecchiato, ha cambiato se stesso fisicamente per scappare quest’immagine pubblica della bellezza pura. Come vediamo nel film, tinge i suoi capelli da biondi a un marrone irregolare, indossa un trucco scuro e pesante e si piace molto questa forma di anti-bellezza.

Una recensione cinematografo in Variety interpreta la rappresentazione di questo cambiamento nel Nico, 1988 come una affermazione femminista: «She won’t be defined by a mask of beauty» (Gleiberman, 2017). L’intervista con Nicchiarelli conferma questa interpretazione. Per esempio, lei dice, «Becoming older, [Nico] became free to be who she wanted to be…she is resolved and happy with her place in the world» (Nicchairelli, 2019). Quindi, Nico difende e afferma il suo agire autonomo attraverso rifiutare il glamour. Dyhouse (2010) sottolinea il fatto che il glamour non garantisce la felicita e la situazione di Nico è una prova di quest’idea. Nel film, Nico domande al suo manager Richard se lei è brutta. Risponde che lei è molto brutta e lei dice, «Good, I wasn’t happy when I was beautiful» (Nicchiarelli, 2017). Perciò, il glamour porta Nico solo l’infelicità. Inoltre, diventa più soddisfatta dopo lo rifiuta e persegue la sua carriera come una musicista in solitaria quando è più vecchia.

Questo riconoscimento da Nicchiarelli della importanza dell’età avanzata di una donna e dei risultati che vengono con l’invecchiamento è notevole. In questa società, è comune ignorare le donne vecchie e guardare dall’alto l’invecchiamento perché c’è una mancanza della bellezza giovanile.  Per esempio, nel 2016 una rivista americana, Popsugar, ha descritto la donna ideale come una «seriously glamourous woman» e una «sophisticated doll» (Levinson, 2016). L’articolo anche denigra l’invecchiamento e incoraggia lo nascondere. Questa pressione per il glamour concentra completamente sulla bellezza fisica e ignora la mente e i risultati della donna. Questa mentalità contrasta totalmente con quella di Nicchiarelli, che trova l’approvazione dell’invecchiamento da Nico stimolante. Critica il mondo patriarcale del tempo di Nico e di oggi per la pressione del glamour.

Torniamo alla domanda qui sopra, il caso di Nico dimostra che il glamour può anche essere distruttiva in una società che sopporta il glamour di una donna. In entrambi i casi di Silvana e Nico, il glamour, l’aspirazione a possederlo nel caso di Silvana e il peso di possederlo nel caso di Nico, è una forza distruttiva, nonostante la pressione sociale in favore di o contro il glamour. Silvana perde il suo agire autonomo attraverso perseguire il glamour, invece Nico afferma il suo agire autonomo attraverso rifiutare il glamour. Quindi, una risposta alla domanda di Dyhouse sopra qui è che il glamour non offre l’agire autonomo alle donne ma è distruttivo nel corso degli anni. Non c’è una affermazione completa che il glamour è sempre distruttivo come un mezzo per diventare autonoma e indipendente. Solo descrivo un aspetto della realtà che vediamo attraverso la prospettiva delle protagoniste di questi due film.

Non si può considerare il glamour come una dicotomia di sempre positivo o sempre negativo. È un fenomeno complesso che è positivo per alcune donne ed è distruttivo per altre donne. Nella sua analisi del glamour, Rachel Ritchie (2014) rifiuta una dicotomia e invece usa la strategia del caso individuo; «I neither regard glamour as an automatically negative beauty ideal nor position it as a purely playful expression of creativity» (p. 726). Attraverso il rifiuto di una comprensione dicotomico semplice del glamour, l’esperienza femminile complessa è validata. Però mentre il glamour può essere sia positiva sia negativa per le donne, è sempre una costruzione culturale e commerciale, che si interseca con la bellezza fisica. Inoltre, è problematico quando la società riconosce una donna come brava basato sugli attributi fisici e non basato su i suoi risultati o il suo lavoro. Per esempio, un imprenditore femminile lamenta, «Women entrepreneurs are only held up as successful if they play by the rules in terms of the way they look. It stinks» (Waters, 2019). Cosa pensi delle regole che le donne devono giocare per soddisfare la società patriarcale? Vorresti cambiare queste regole o forse le eliminare completamente?

 

Opere citate

De Santis, G. (Regista) (1949) Riso amaro [Film] Italy: Lux Film Distributing Corporation.

Dyhouse, C. (2010). Glamour: Women, history, feminism. New York, NY: Zed Books.

Gleiberman, O. (2017) “Film Review: ‘Nico, 1988’ ” Variety. Recuperato da https://variety.com/2017/film/reviews/nico-1988-       review-venice-film-festival-1202542702/

Levinson, L. (2016) “25 Beauty Secrets Only Glamorous Women Know” Popsugar. Recuperato da   https://www.popsugar.com/beauty/Things-Glamorous-Women-Do-38063677

Nicchiarelli, S. (Regista) (2017) Nico, 1988 [Film] Italy: Magnolia Pictures.

Nicchiarelli, S. (2019, April 3) Intervista su Skype.

Ritchie, R. (2014) ‘Beauty isn’t all a matter of looking glamorous’: attitudes to glamour and beauty in 1950s women’s magazines. Women’s History Review, 23, 723-743.

Waters, C. (2019) “It stinks: The pressure on women entrepreneurs to be pretty on Instagram” The Sydney Morning Herald. Recuperato da https://www.smh.com.au/business/small-business/it-stinks-the-pressure-on-women-entrepreneurs-to-be-pretty-on-instagram-20190423-p51gkf.html

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