Il cibo italiano e il Nuovo Mondo: un “nuovo italiano”

(English Version)

La cultura italiana è, in un certo senso, il cibo. I simboli più importanti dell’Italia nella cultura popolare sono immagini di cibo, come la pasta o la pizza o il vino. C’è un’idea specifica del cibo italiano, con ingredienti e mestieri specifici, che è diventata il “vero” cibo italiano. Ma l’idea di un “vero” cibo italiano non è un concetto semplice; perfino in Italia ci sono opinioni diverse sul cibo, opinioni che vanno dalle differenze tra regioni diverse e tradizioni diverse. Questo diventa addirittura più complicato quando la cultura italiana è portata a paesi stranieri con gli emigrati italiani. In questi paesi, la cultura (e il cibo) italiana cambia, per molte ragioni, e questo cambiamento crea due diverse culture sotto il nome “italiano.”

Il posto in cui possiamo vedere questo fenomeno più chiaramente è l’America—entrambi l’America del Sud e gli Stati Uniti. C’è una popolazione immensa di italiani nelle due Americhe, e la loro cultura è profondamente diversa da quella degli italiani in Italia. Questa diversità è una conseguenza della distanza dall’Italia, ma anche perché i migranti creano le loro comunità dentro un’altra cultura. Ci sono molti elementi che contribuiscono alla creazione della comunità migrante, dalla politica del paese alle abitudini del popolo e dei negozi. Negli Stati Uniti, la comunità italoamericana è stata influenzata sia dal razzismo della cultura americana che dall’abbondanza delle risorse. La concezione di ciò che è “italiano” si riflette, non solo in Italia, ma come le tradizioni e attitudini italiani entrano in un’altra cultura. Questo processo di formazione crea una cultura dei migranti che eventualmente influenza la cultura del paese nel complesso. Possiamo vedere questo processo in azione nel cibo di entrambi Nord e Sud America, ma specialmente America nel Sud.

Dato che ci stiamo focalizzando sull’America del Sud, è sufficiente dire che c’era un influsso dei migranti alla fine dell’Ottocento, e da allora c’è stata una grande migrazione italiana in Argentina, Uruguay, e Brasile. Molti italiani si sono stabiliti in un’area chiamata la Rio de la Plata, e hanno aiutato a fondare città come Buenos Aires e Montevideo.

L’immigrazione degli italiani ha avuto un impatto profondo nella cultura di Sud America. Elizabeth Zanoni, nel suo libro Migrant Marketplaces: Food and Italians in North and South America, scrive che l’importazione di merci italiane nelle due Americhe, e la produzione delle merci “italiane,” ha un legame importante con l’idea della identità italiana fuori d’Italia. Zanoni scrive soprattutto su questo movimento di prodotti, perché dal primo giorno in cui gli italiani sono entrati America del Sud, c’era un dibattito sul significato dell’aggettivo “italiano.”

Quando i migranti sono entrati nelle due Americhe, hanno iniziato a fare prodotti di “tipo italiano,” cioè prodotti fatti nella tradizione italiana ma con ingredienti locali. Questi prodotti erano meno costosi delle importazioni, e quindi hanno avuto un effetto importante sulla cucina locale—prodotti che erano altrimenti troppo costosi per i migranti erano disponibili, come il formaggio e la carne. Per semplificare un po’: la cucina italiana nelle due Americhe è diventata più abbondante perché gli ingredienti come cane, latte, formaggio e cereali erano largamente disponibili a prezzi accessibili.

Una cosa che non è cambiata con la migrazione sono le parole che i migranti usavano per descrivere il loro cibo. Alejandro Patat, nel suo libro sull’influenza degli italiani in Argentina, ha scritto che la pasta, forse il piatto italiano più popolare, “ha una terminologia assolutamente italiana” (Patat, 126). I cittadini di Buenos Aires mangiano raviolis, tortelinis, fetuchinis, e ñoquis—o gnocchi (127). Le parole spagnole sono chiaramente riconoscibili come italiane. certamente questo è il modello per l’integrazione della cultura italiana in argentina, che la parola che indica il cibo è italiana, ma i prodotti sono diventati una parte integrante del paese. il prodotto è italiano, ma un italiano nuovo, perfetto per il nuovo mondo. questo ‘nuovo italiano’ è il soggetto del mio video, basato su due esempi del cibo italiano ma che è diventato argentino.

Questo video è una visualizzazione di due ricette: fainà e il Fernandito, un cocktail tipico in argentina. questi cibi sono importanti perché sono simboli dei due modi diversi in cui il cibo diventa parte di una cultura. Sia la fainà che il Fernandito sono prodotti che vengono dall’italia, in un certo senso, ma mentre la fainà è un cibo che esiste in Italia, il Fernandito è un’invenzione argentina, ed è diventato una bevanda che rappresenta la cultura del paese.

Fainà

Per capire cos’è la fainà, è utile notare che questo piatto, in generale, è chiamato “farinata di ceci.” È una torta salata, mangiato come un contorno. Per vedere la ricetta italiana, qui c’è un link a Giallo Zafferano, un blog di cucina molto popolare in Italia. Quando ho studiato a Bologna, lo usavo molto spesso per scoprire ricette italiane. È una risorsa importante, perché spiega un po’ della storia della farinata e anche com’è fatta.

La farinata è un piatto con una storia lunga. Secondo Giallo Zafferano, la leggenda della farinata “narra che la farinata così come la conosciamo oggi sia nata nel 1284, quando Genova sconfisse Pisa nella battaglia di Meloria” (Giallo Zafferano). Dopo la battaglia, le navi genovesi hanno scoperto che le loro provviste di olio e ceci sono state rovinate dalla acqua salata. Però, i marini cuocevano i ceci nel sole per ottenere “una sorta di frittella.” Era un incidente, ma il piatto diventava popolare in Liguria.

Quando gli emigranti sono andati al Nuovo Mondo, hanno portato le loro tradizioni di cibo. Molti dei migranti erano di Genova, come ho scritto prima, e quindi le tradizioni che diventavano importanti erano quelle della Liguria e Genova. Inoltre, la farinata è molto semplice e non è molto costosa da fare—attributi utili per la cucina migrante. Però, la farinata non è stata chiamata “farinata,” ma anzi la fainà—la parola nel dialetto genovese. Come Patat ha notato, l’espressione  dialettale diventava una parola argentina, una mescolanza nella lingua e nella cucina.

La parola è la stessa, ma ci sono differenze tra la fainà d’Italia e la fainà del Sud America. La prima differenza è la preparazione—nella mia ricerca, ho trovato che le ricette moderne per la fainà genovese hanno solo quattro ingredienti: farina di ceci, acqua, sale, e olio d’olive. Questa è una torta salata molto semplice, quasi come la preparazione del 1284. Tuttavia, le ricette per la fainà in Sud America di solito hanno più ingredienti, come pepe nero, rosmarino, o formaggio parmigiano. Il parmigiano è un’aggiunta interessante, perché il formaggio è un cibo ricco e piuttosto costoso, diverso dagli altri ingredienti. Questo ha senso, perché le Americhe sono ricche, e spesso i cibi tradizionali cambiano e incorporano questa ricchezza. Per il mio video, ho fatto la versione con il parmigiano.

L’altra differenza chiave è che mentre la farinata italiana è soprattutto un contorno, la fainà argentina è servita sulla pizza, una preparazione chiamata “pizza a caballo.” Direi che questo sarebbe visto un oltraggio alla ricetta originale a genova, ma in America del Sud è normale. La pizza, un classico italiano, è mescolata con la farinata per diventare un cibo nella cultura argentina—un esempio perfetto di come la cultura migrante diventa una parte della cultura ospite. Un peccato in Italia è una tradizione in Argentina.

Fernandito

Il Fernandito è un cocktail popolare in Argentina. Come la fainà, è molto facile da fare, perché gli ingredienti sono solo Fernet-Branca e Coca-Cola. Fernet-Branca è un digestivo, fatto originalmente a Milano. Ora, più del 70% del Fernet è esportato in Argentina. Zanoni scrive che il Fernandito “divulges much about how the historic movements of products and people have shaped the eating and drinking habits, food cultures, and identities of migrants and nonmigrants alike” (Zanoni, 183). Cioè, la bevanda è esattamente come la pizza a caballo—un cibo frutto di combinazione e mescolanza culturale. La cosa interessante È  che il Fernandito è fatto da Fernet, un prodotto italiano, e Coca-Cola, un prodotto degli Stati Uniti. Questi prodotti, nella loro miscela, non sono né americani E neanche italiani, ma diventano simbolici dell’Argentina. La popolazione migrante è una grande parte della creazione della identità argentina, e possiamo vederla espressa in un cocktail.

 

Per questa fainà, ho usato una questa ricetta, ma ci sono molti altri–ho messo qualche giù.

Altre risorse:

Giallo Zafferano: Farinata

Ricette per la fainà: 1, 2, 3

Fernandito

 

Bibliografia:

Zanoni, Elizabeth, and E. Zanoni. Migrant Marketplaces: Food and Italians in North and South America. University of Illinois Press, 2018, doi:10.5622/illinois/9780252041655.001.0001.

Alejandro Patat e Angela Di Tullio, “Argentina,” in Vida nueva: La lingua e la cultura italiana in America Latina (Macerata, Italy: Quoadlibet Srl, 2012)